[vc_row type=”in_container” full_screen_row_position=”middle” scene_position=”center” text_color=”dark” text_align=”left” mobile_element=”” overlay_strength=”0.3″ shape_divider_position=”bottom” bg_image_animation=”none”][vc_column column_padding=”no-extra-padding” column_padding_position=”all” background_color_opacity=”1″ background_hover_color_opacity=”1″ column_link_target=”_self” column_shadow=”none” column_border_radius=”none” width=”1/1″ tablet_width_inherit=”default” tablet_text_alignment=”default” phone_text_alignment=”default” column_border_width=”none” column_border_style=”solid” bg_image_animation=”none”][vc_column_text]L’App Store Optimization (ASO) è il processo di miglioramento della presentazione delle caratteristiche di un’applicazione progettata per le piattaforme mobili iOS e Android.
L’ASO ha come obiettivo l’aumento di visibilità di una app durante la ricerca sugli store: si tratta quindi di intercettare gli intenti di ricerca degli utenti per ottenere più download dagli store di app, che siano Android, Apple o Microsoft.
Nel momento in cui si pubblica una nuova app su Google Play Store o sull’App Store, mettere in atto una strategia ASO è il modo migliore per iniziare con il piede giusto e vendere la propria app nel modo più appetibile.
Oggetto dell’ottimizzazione sono: nome app, parole chiave, screenshot, video demo, icona e descrizione.
In molti credono che l’ottimizzazione delle app per gli store sia un’operazione da eseguire una sola volta, ma in realtà è esattamente l’opposto.
Le caratteristiche degli store mutano ogni giorno ed è impensabile non monitorare le prestazioni dell’applicazione ed abbandonare ogni forma di ASO. Ma in concreto come può essere d’aiuto per rendere prolifica la propria app? Scopriamolo insieme.
Elenco dei contenuti
Come si intuisce dal nome, l’App Store Optimization (ASO) è l’insieme delle attività che aiutano a massimizzare la visibilità delle applicazioni all’interno degli store online.
Il primo store ufficiale è stato l’App Store di Apple nel 2008, al quale ha fatto seguito Google Play dopo pochi mesi.
Dalla loro nascita è dunque derivata l’App Store Optimization, la cui versione primitiva si concentrava essenzialmente sulla ricerca delle keywords, come accade ancora oggi per la SEO. Nel 2009 però la concorrenza sugli store non era quella di oggi ed era molto più facile posizionarsi.
Negli ultimi anni la situazione è radicalmente cambiata, in quanto il numero delle applicazioni è aumentato in maniera vertiginosa, le anteprime sono più intriganti e le schede delle app sono più accurate.
La stessa esperienza utente è molto più avvincente ed ecco che l’ASO è diventata nel tempo sempre più professionale e di grande utilità.
Tra gli obiettivi primari dell’ASO c’è quello di acquisire un posizionamento alto nei risultati di ricerca negli store e innalzare la percentuale di clic. Questo vuol dire che dovrete convincere le persone a cliccare sull’app, una volta trovata.
Posizionata verso l’alto l’applicazione, bisogna spingere gli utenti a sceglierla, assicurandosi che poi effettuino l’acquisto o la scarichino. Questa parte dell’ASO è conosciuta come Ottimizzazione del Tasso di Conversione (CRO) e non è assolutamente da sottovalutare.
È bene dire che l’ASO condivide una parte delle sue strategie con la SEO (Search Engine Optimization), come l’ottimizzazione delle parole chiave e delle conversioni, la scelta di nomi e titoli e l’importanza dei backlink.
Tuttavia, gli app store lavorano secondo dinamiche differenti dai motori di ricerca come Google. Infatti, le strategie ASO devono tenere conto di specifici KPI, cioè gli indicatori chiave di prestazione quali tasso di conversione, numero di impressions e numero di installazioni.
Ciò significa che gli store digitali operano anche sugli aspetti visivi e multimediali, mentre i motori di ricerca si focalizzano prevalentemente sui testi.
Inoltre, nella SEO hanno rilevanza elementi esterni come i link verso altri siti. Al contrario, gli app store sono ambienti più chiusi e quindi l’ASO può agire soltanto internamente alla scheda dell’applicazione.
Sviluppata l’applicazione, è tempo di decidere su quale piattaforma pubblicarla. La condivisione può essere eseguita su App Store di Apple, Google Play o su entrambe.
I due store hanno lo stesso scopo: consentire agli utenti di cercare app e giochi per scaricarli gratuitamente o a pagamento. Questo non vuole dire, però, che iOS e Android operano nella stessa maniera. Ecco alcune delle principali differenze tra i due store per quanto riguarda l’ASO.
iTunes
La prima differenza riguarda l’aggiornamento delle keywords. Per aggiornare le keywords su iTunes è necessario inserire un nuovo aggiornamento dell’applicazione anche se non è stato modificato il codice sorgente.
L’unico aspetto negativo di questa operazione è che il rating ottenuto dall’app viene resettato. Il rating ottenuto dall’ultima versione andrà a costituire il rating medio complessivo, ma la valutazione media mostrata nei risultati di ricerca verrà ripristinata.
Titolo itunes
In iTunes il titolo è composto da massimo 255 caratteri. Le parole chiave inserite nel titolo hanno un peso maggiore. Nonostante questo, l’inserimento delle keyword nel titolo deve essere eseguito in modo coerente.
Se inseriamo tante parole chiave nel titolo della nostra app, per lo più incoerenti con il lavoro svolto, la Apple rifiuterà l’applicazione per keyword stuffing.
Keywords
Il campo per le keyword può essere popolato da un massimo di 100 caratteri. Le regole di base per la composizione delle keywords sono le seguenti:
L’algoritmo di iTunes combina le parole chiave presenti e di conseguenza non è necessario raggrupparle.
Google Play
In Google Play l’aggiornamento dei dati è semplice ed immediato, subito disponibile per l’utente finale.
Titolo Google Play
In Google Play il titolo è composto da massimo 30 caratteri. Le parole chiave inserite nel titolo hanno un peso maggiore.
Descrizione Google Play
In Google Play la lista di keywords viene estrapolata dal testo inserito per la descrizione (4000 caratteri possibili). Ciò non vuol dire che possiamo esagerare, il testo deve sempre avere un senso logico e leggibile.
La raccomandazione è di includere la parola chiave per un massimo di 4-5 volte all’interno del testo della descrizione.
Perché l’ottimizzazione dell’applicazione sia efficace e vincente, deve essere eseguita considerando alcuni aspetti importanti.
La scelta delle keywords è uno dei punti fondamentali. Abbiamo 3 caratteristiche da tener presenti per ogni keyword:
L’errore più grave che si possa commettere in questo caso è scegliere le keyword basandosi soltanto sul volume di traffico. Questo ci consentirà di avere un elevato numero di ricerche, ma trascurando la pertinenza e la difficoltà che sono le variabili più influenti nella strategia di incremento di download dell’app.
La rilevanza è il criterio più importante quando si tratta di scegliere le keywords. Per essere più specifici, la keyword scelta deve essere quella che gli utenti utilizzano per cercare la vostra applicazione.
Non esiste nessun tool e/o segreto per individuare le keyword più rilevanti per la tua app. La ricerca può avvenire individuando le keywords che hanno utilizzato i competitor dello store oppure facendo un sondaggio con l’aiuto di amici/colleghi/utenti sul “come” avrebbero cercato l’app.
Per determinare questo fattore ho testato Sensor Tower.
Su Sensor Tower la difficoltà è determinata da una scala da 0 a 10 dove 10 determina la maggiore difficoltà (per iTunes avremo due punteggi diversi per lo store iPhone e lo store iPad).
La difficoltà è molto importante rispetto al traffico. Se ho una keyword che ha un enorme traffico, ma una difficoltà elevata (per la quale ho una posizione 400 nei risultati di ricerca) non avrò un aumento dei download.
Inversamente, se ho un numero inferiore di ricerche, ma una difficoltà più bassa (con una posizione nei primi 40 – 50 risultati) avrò sicuramente un incremento dei download.
È utile notare che le keywords con una difficoltà elevata hanno generalmente più traffico, ma qual è la difficoltà nell’individuare il target che dobbiamo tenere in considerazione per incrementare i download?
Se la tua applicazione è già sullo store, è necessario individuare il valore medio per le keyword utilizzate.
Si individua la difficoltà delle keyword utilizzate fino a quel momento, le si sommano tra loro e si effettua una divisione per il numero delle keyword stesse. Il valore medio costituisce il nostro punto di partenza.
Potremo così scegliere keyword che hanno un valore di difficoltà uguale o inferiore rispetto al valore medio ottenuto. Se invece si tratta di una nuova applicazione, è opportuno tener come riferimento un valore uguale o inferiore a 3.
Molto importante per la determinazione delle keyword è l’analisi dei competitor. Quasi tutte le piattaforme consentono di leggere le keywords utilizzate dai nostri concorrenti e le relative caratteristiche (rilevanza, difficoltà, traffico).Un altro spunto può essere quello di utilizzare una delle keyword per ricercare post su Twitter/Facebook con un determinato hashtag.
Interessante può essere anche l’analisi delle recensioni: spesso gli utenti per recensire l’app utilizzano delle frasi che possono contenere potenziali parole chiave.
Infine, un utile strumento può essere quello offerto da Google: Adwords Keyword Planner.
Una delle domande che potremmo porci a questo punto è: quando dobbiamo replicare una keyword? Prima di tutto, dobbiamo immaginare che gli effetti di un cambio di keyword non sono immediati.
Il monitoraggio delle keyword per un certo periodo e una conseguente analisi possono aiutarci su questo fronte. In linea di massima è utile valutare il cambio di keyword quando:
Il processo è il seguente:
Abbiamo anche il traffico che determina la numerosità delle ricerche eseguite per una determinata keyword. Quindi, a parità di difficoltà, è opportuno scegliere la keyword con un traffico maggiore.
Gli elementi visuali dell’applicazione hanno una notevole importanza perché sono tra i primi aspetti che gli utenti osservano su iTunes o Google Play.
È il primo modo che abbiamo a disposizione per catturare l’attenzione del target e spingerlo a scaricare l’app. Dovrete utilizzare un look ed una comunicazione intrigante e che sappia colpire.
Per farlo è necessario evidenziare i seguenti componenti:
Icona
Per l’icona si raccomanda di considerare due tipi di design: icona aziendale o icona descrittiva. Per quella di tipo aziendale è preferibile inserire logo e colori aziendali. Vi sono diversi esempi sugli store, tra cui l’emblematico baffo della Nike.
Se si sceglie la strada dell’icona descrittiva, le difficoltà sono ovviamente maggiori. Il consiglio è quello di concentrarsi su una caratteristica fondamentale dell’applicazione ed evidenziarla attraverso l’icona.
Se invece l’app è un gioco, possiamo creare l’icona con uno dei personaggi chiave del gioco stesso.
In linea di massima è meglio creare un’applicazione semplice e facilmente riconoscibile considerando che spesso l’icona è visualizzata anche in dimensioni non molto grandi.
Screenshot
Spesso vengono utilizzate immagini che riprendono le funzionalità dell’applicazione, ma non sempre questa è la strada giusta.
In alcuni casi gli screenshot possono essere ambigui o non comunicare immediatamente il valore aggiunto dell’app che stai proponendo.
Ricordiamo sempre che gli store contengono un numero enorme di app e che l’ASO è un lavoro che va effettuato con costanza.
I consigli di base per degli screenshot utili sono i seguenti:
Descrizione
La descrizione è una parte essenziale della scheda dell’applicazione. La regola di base per entrambi gli store è quella di rendere il testo leggibile.
Utilizziamo gli spazi, le liste puntate, la punteggiatura per rendere il contenuto facilmente comprensibile dall’utente, specialmente se molto lungo.
Descrizione iTunes
Le prime 3 righe della descrizione saranno quelle visualizzate in iTunes o sul web ed è proprio in queste righe che dobbiamo comunicare il valore dell’app.
Descrizione Google Play
Abbiamo già sottolineato l’importanza della descrizione per Google Play: le keyword sono prelevate dal testo inserito in questo campo, dunque evitiamo sempre il keyword spamming.
Preparati immagini e testi dell’applicazione, è arrivato il momento di fare un passo in più per incrementarne la visibilità. Molti in genere fanno tutto nella propria lingua madre, in parte per semplificarsi il lavoro.
In realtà, rendere l’app globale ed accessibile per chiunque nel mondo è un modo per adattarla al mercato di riferimento, ampliandone il pubblico. Ciò non significa ricominciare da zero, ma semplicemente trasferire in altra lingua quanto già fatto.
Si possono usare gli stessi metadata, tradurre le keywords scelte, fare nuovi screenshot e così via.
La localizzazione in lingue straniere è necessaria per estendere il target e rendere l’app disponibile a chi ricerca applicazioni nella lingua madre.
Infatti, gli utenti si fidano molto di più delle app e dei giochi tradotti nel proprio idioma ed è più probabile che decidano di fare clic ed avviare il download.
Avete dubbi sull’utilizzo e lo sviluppo di una strategia ASO? Contattateci![/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]