L’Ex CEO di Twitter, Jack Dorsey, da molto tempo ha messo in cantiere il lancio di un nuovo social network che dovrebbe fare da competitor alla più nota piattaforma dell’uccellino azzurro, recentemente acquistata dal magnate americano Elon Musk.
Questo social si chiama Bluesky ed è ancora in fase di test con una beta chiusa per iOS disponibile sull’App Store di Apple da febbraio 2023. La nuova app è dunque disponibile per poche migliaia di utenti, ma nelle prossime settimane è probabile che venga estesa anche ad un pubblico più vasto.
Per Bluesky Dorsey ha preferito affidarsi a un protocollo open source. Infatti, il sociale si basa su AT Protocol, grazie al quale ha creato un social network decentralizzato. Vediamo allora cosa c’è da sapere su questa applicazione e come funzionerà.
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Impiegando un protocollo simile a quello di Mastodon, Bluesky ha l’ambizione di proporsi come vera alternativa al colosso Twitter, ma con una differenza di non poco conto: la rete di microblogging è democratica e libera poiché si tratta di una piattaforma autogestita dagli iscritti stessi.
Appartenenti a provider diversi, le migliaia di siti che comporranno Bluesky saranno indipendenti e differenti e saranno in grado di comunicare tra di loro e condividere dati e informazioni. In poche parole, ci saranno nodi autonomi che cooperano attivamente per offrire il servizio finale.
L’app di Jack Dorsey ha previsto una prima versione denominata ADX, in seguito ottimizzata e semplificata per arrivare all’attuale versione per iOS che si basa su protocollo AT Protocol (Authenticated Transfer Protocol). Si tratta quindi di un social federato, aperto e decentralizzato.
L’aggettivo federato si riferisce alla modalità in cui i server interagiscono tra loro. Infatti, il protocollo AT è basato su 4 elementi chiave: portabilità dell’account, interoperabilità, scelta dell’algoritmo e prestazioni.
Così facendo, anche se le persone decidono di usare server gestiti da società private, non saranno mai bloccate. Dunque, non è prevista nessuna autenticazione a due fattori esterna e tutto è nelle mani degli utenti.
Alla decentralizzazione del social network si aggiungono la protezione dei dati personali e l’assenza di pubblicità o algoritmi che impongono specifici contenuti ai naviganti. Ognuno avrà la possibilità di gestire la propria area personale, scegliere quali argomenti visualizzare e con chi condividerli.
Jack Dorsey ha iniziato a lavorare su Bluesky nel 2019, quando era ancora CEO di Twitter e grazie all’azienda ha potuto finanziare lo sviluppo iniziale della nuova piattaforma, per poi svincolarsi e proseguire in autonomia.
Oggi l’app ha raccolto ben 13 miliardi di finanziamenti, grazie ai quali ha potuto sganciarsi definitivamente da Twitter con la promessa di utilizzare tecnologie che permettano di avere una conversazione pubblica e decentralizzata con libertà di espressione, senza censura e con pluralità di opinioni.
Come già accennato, dal 28 febbraio 2023 Bluesky è già disponibile sull’App Store di Apple, ma è accessibile soltanto su invito. Questo perché è ancora in una fase di beta test. A marzo 2023 si contano poco più di 2000 download e non è ancora stata annunciata una data di diffusione su Google Play.
Nonostante ciò, sul web sono apparse già le prime recensioni sulla piattaforma, che appare molto simile al rivale Twitter. All’interno del social gli utenti possono comporre post di 256 caratteri con annesse foto.
In aggiunta, come accade per Twitter, anche Bluesky consente di seguire altre persone sull’app con visualizzazione degli aggiornamenti nel Feed Home. I partecipanti potranno poi silenziare, condividere o bloccare account. La funziona Scopri propone consigli utili su chi seguire e un feed dei più recenti aggiornamenti.
In tal modo, è più facile trovare le persone più interessanti per l’utente, basandosi su ciò che condividono piuttosto che solo sul nome dell’account. Al momento non è prevista la funzione di chat e scambio messaggi privati tra utenti.
Tirando le fila, Bluesky appare come una nuova versione del più vecchio Twitter ma alimentato da un protocollo open source. Per molti però questo non è sufficiente per rendere il social appetibile e in grado di surclassare il nemico.
Per adesso bisogna soltanto attendere per capire se gli utenti decideranno di lasciare definitivamente le piattaforme centralizzate e se le app decentralizzate saranno il futuro o più una mossa politica e commerciale.